Tutto parte con una frase innocente:
“Vorrei qualcosa di elegante, sobrio… magari sui toni del blush.”
Blush? Facile, direte voi.
E invece no. Il blush era troppo rosa. Poi troppo pesca. Poi troppo spento. Poi troppo acceso.
Poi sembrava cipria, e non andava bene. Alla fine, serviva un blush non blush, "quello che ho visto su Pinterest", ma "con meno luce" e "più caldo, però freddo".
Inizia la caccia al colore perfetto:
Campioni stampati, campioni ritagliati, prove su materiali diversi, valutazione alla luce del giorno, al tramonto, sotto i neon, con torcia iPhone modalità cinema.
Alla fine si arriva al blush giusto…
ma nel frattempo noi abbiamo invecchiato di 3 anni e una stampante è morta per sfinimento.
Il bello? Alla fine, il blush era giusto dall’inizio. Ma a volte l’insicurezza fa più danni di un temporale il giorno dell’evento.
Morale: la perfezione è un’illusione. Il delirio, invece, è sempre reale.
J.
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